mercoledì 22 agosto 2012

Germania, no segnali di bolla immobiliare

In Germania non ci sono segnali di una "bolla immobiliare" e i prezzi delle proprietà e gli affitti in generale si muovono "in linea ai fondamentali economici". Lo ha reso noto l'agenzia di rating Fitch in un report, sottolineando che solo "nelle aree metropolitane, in particolare Berlino e Monaco, gli aumenti dei prezzi hanno superato i fondamentali, come la relativa stabilità economica della Germania, la migrazione netta e la bassa attività nel comparto costruzioni".

Secondo l'agenzia di rating, i prezzi degli immobili residenziali aumenteranno "ulteriormente in Germania e in particolare nei mercati core nel breve-medio termine", con la domanda degli investitori che dovrebbe "restare solida". In questo modo, "i valori dei collaterali delle banche tedesche aumenteranno nel lungo periodo, se il gap tra indicatori economici e livelli dei prezzi dovesse salire". Per quanto riguarda il credito, c'è stata "una crescita moderata dei prestiti per mutui", nonostante la Germania abbia uno dei tassi di proprietà di unità residenziali più bassi d'Europa, attorno al 46%, conclude il report.

mercoledì 1 agosto 2012

Gli Italiani comprano all estero

Data: 01/08/2012

Se la crisi sta spegnendo l'entusiasmo degli italiani per l'investimento sul mattone in patria, si registra un vero e proprio boom di acquisti all'estero. Lo rivela Scenari Immobiliari, stimando che oltrefrontiera verranno comprate entro fine anno circa 40mila case. Un numero notevole, l'equivalente di una città di medio-grandi dimensioni come Varese o Grosseto.
Solo nel primo semestre 2012, gli italiani hanno comprato circa 15.500 appartamenti, con un aumento del 16,5% rispetto alla prima metà dello scorso anno. Un trend che dovrebbe estendersi anche nei mesi a venire, con un incremento annuale previsto per il 2011 del 13,7 per cento. Gli italiani comprano dunque più case all'estero che in Italia, dove la stima per il 2012 si ferma a 30mila. A spingere all'investimento in altri Paesi sono i bassi prezzi e anche la fiscalità penalizzante in Italia. Inoltre, in molti Paesi, è possibile avere mutui a tassi vantaggiosi. L'acquisto medio all'estero si aggira intorno ai 110mila euro. Sono in calo gli acquisti per investimento, concentrati nella fascia di alto livello delle città di maggior pregio, con una grande attenzione verso la redditività. Il compratore-tipo italiano, invece, è a caccia di occasioni nei Paesi dove la crisi ha fatto crollare le quotazioni. L’attenzione si rivolge verso le residenze a basso costo, in località gradevoli dal punto di vista ambientale e facilmente accessibili attraverso i collegamenti aerei low cost. Mentre, per quanto riguarda la provenienza degli acquirenti, continuano a dominare le famiglie lombarde e venete, ma c'è un aumento dei compratori provenienti dal sud.
Molti acquisti si sono concentrati su Londra, dove li italiani hanno superato i russi quanto a numero di transazioni e sono al primo posto tra gli investitori stranieri. Si tratta di un investimento, in quanto la capitale inglese è considerata un rifugio sicuro anche da coloro che acquistano una seconda casa per allontanare i capitali dall’area euro. Stabile l'interesse per il resto della Gran Bretagna è stabile, che si concentra nelle città universitarie più importanti, come Oxford e Cambridge e, in misura minore, Birmingham e Manchester.
Diminuisce invece l'appeal per gli Stati Uniti, dove molte famiglie hanno già comprato negli ultimi anni. Gli italiani, comunque, sono al quarto posto tra gli acquirenti stranieri negli Usa, dopo inglesi, tedeschi e francesi. Controtendenza New York, che registra un aumento degli acquisti da parte degli italiani, anche se a fronte di un calo del valore medio dell’investimento. Bene anche Miami, dove i prezzi sono dimezzati rispetto alle punte di mercato del passato, seguita da Los Angeles, San Francisco e Chicago. Si conferma l’interesse per le abitazioni di piccole dimensioni nelle città universitarie, soprattutto Cambridge, New Haven e Boston. Si possono locare facilmente e si hanno rendimenti interessanti.
Sempre guidati dalla volontà di proteggere i propri capitali, gli italiani guardano con interesse anche alla Svizzera, sebbene presenti prezzi elevati. Il Paese elvetico però offre buoni servizi, solidità economica e anche un lavoro, spingendo molti a comprare casa per ragioni professionali. In sensibile calo, invece, gli acquisti in Francia, soprattutto nelle stazioni turistiche, sia estive che invernali, a causa di prezzi elevati a fronte di un’offerta scarsa. Stabile il flusso di acquisti a Parigi, con forte concentrazione nelle zone centrali più prestigiose e nel quartiere latino. La larga maggioranza della domanda si concentra sui mini-appartamenti. Si conferma il trend ascendente in Corsica, dove le quotazioni sono nettamente inferiori rispetto alla riviera francese. Attira molto Berlino, che offre un buon livello a prezzi decisamente più bassi rispetto alla media europea. A parità di qualità, si calcola un quinto rispetto a Londra, con ottime prospettive di rivalutazione nei prossimi anni. Le famiglie italiane acquistano in larga maggioranza appartamenti, soprattutto mono e bilocali che poi mettono a reddito.
Per chi invece cerca un affare a basso costo, l'attenzione si sposta su Spagna, Grecia e Irlanda, che a causa delle difficoltà finanziare hanno registrato un crollo dei prezzi. In calo, però, gli acquisti a Madrid, Barcellona e nelle località più importanti delle Baleari, soprattutto Maiorca e Minorca, perché i prezzi degli immobili di qualità sono ancora elevati e attirano l’interesse di una percentuale limitata di famiglie con un budget consistente. Crescono invece Marbella e Almeria in Costa del Sol o Fuertaventura nelle Canarie. Bene anche località famose, come Santa Ponsa, nelle Baleari, dove con 150mila euro si può acquistare una casetta di buon livello fronte mare, o Isla Canela, lunga la costa di Huelva, in Andalusia. Occhi puntati sulla Grecia, dove la crisi economica stimola le famiglie italiane ad acquistare a buon prezzo immobili in località suggestive. Discorso analogo per Dublino, dove si concentrano la quasi totalità degli acquisti in Irlanda.